In questo articolo:
- Dalla scelta della posizione di lavoro al primo colloquio;
- Consigli, strumenti e template utili per aiutarsi in questi percorsi;
- Verso il colloquio finale;
- Conclusioni e pensieri finali;
Dalla scelta della posizione di lavoro al primo colloquio
Ciao! 👋
In questo lungo e dettagliato riassunto del mio ultimo percorso di selezione che scopriremo alla fine come si è concluso, voglio condividere con tutti coloro che avranno piacere di approfondire l’argomento, che cosa significa affrontare una lunga serie di colloqui per ottenere un posto di lavoro in una prestigiosa società quotata in borsa e presente in tutto il Mondo.
Partiamo! 😃
Tutto ha inizio con la scelta della posizione di lavoro a cui si vuole applicare utilizzando le funzioni di ricerca che Linkedin ci mette a disposizione gratuitamente.

Ecco allora che inizia il primo screening da parte nostra della job description in linea con il nostro percorso di carriera ed esperienza lavorativa.
Nel caso specifico che ho preso come esempio abbiamo una posizione aperta da Account Executive per il mercato italiano con sede di lavoro ad Amsterdam in una realtà che al momento vede assunte dai 5mila ai 10mila dipendenti.

Successivamente bisogna concentrarsi attentamente sui punti che raccolgono le informazioni principali sul ruolo a cui si ha intenzione di applicare, per capire il livello di dettaglio e precisione che il reparto HR dell’azienda ha scelto di utilizzare nella realizzazione della Job description.
Nel caso specifico vediamo come, essendo una posizione in ambito commerciale, i 12 punti utilizzati in questa descrizione riportano le attività quotidiane da svolgere, gli interlocutori con cui si entrerà in contatto, il CRM utilizzato in azienda per la gestione dei potenziali deal ed il tracking delle proprie attività ed infine le attività a supporto dei clienti acquisiti.

A seguire, vengono riportati i requisiti minimi necessari per essere presi in considerazione dai recruiter dell’azienda: anni di esperienza nell’industry di riferimento, hard & soft skills richieste per il ruolo, capacità di provare i propri risultati ottenuti in passato ed infine un percorso universitario certificato.

Consigli, strumenti e template utili per gestire al meglio questi percorsi di selezione
Una volta scelta la posizione e l’azienda per cui si vuole applicare, è importante fare l’upload del proprio Curriculum Vitae personalizzandolo a seconda della job description che si intercetta. Ricordiamoci quindi di inserire le parole chiave giuste e portiamo esempi concreti e tangibili che hanno caratterizzato le passate esperienze lavorative.
Nel mio caso specifico tutto ha avuto luogo a partire da Agosto 2021 e dopo aver personalizzato il mio CV per una posizione di Client Success Associate, compilato il modulo sulla pagina web aziendale con le richieste specifiche, ho atteso l’eventuale convocazione online per il primo colloquio.
Arrivati a questo punto sorge una prima domanda cruciale che ognuno di noi dovrebbe porsi quando ci si propone per una o più posizioni di lavoro: come tengo traccia degli sviluppi e degli eventuali follow up da gestire?
Nel mio caso è da diversi anni che mi ritrovo ad utilizzare un tool per la gestione dei miei appunti e dei miei progetti che consiglio a chiunque abbia intenzione di mettere ordine fra i propri pensieri in maniera agile ed efficiente: NOTION.
Non a caso, ho sviluppato questo template che riporto di seguito, utile per avere sempre sotto controllo le mie opportunità di impiego aperte, quelle chiuse, gli esiti di ogni percorso di selezione, le date importanti da tenere a mente grazie al calendario che raccoglie gli eventi a cui devo partecipare ed infine il link alla pagina web dove posso ritrovare rapidamente la job description.

Continuando con la descrizione del percorso al centro di questo articolo, il primo ed il secondo meeting di conoscenza reciproca si sono tenuti a distanza di 10 giorni l’uno dall’altro nel mese di Settembre e fin da subito ho capito che il livello di attenzione ai dettagli in questo processo sarebbe stato importante: mi aspettavano una serie di colloqui con diversi manager, intervallati da feedback session ricorrenti per darmi la possibilità di arrivare preparato ad ogni singolo incontro.
C’è un pattern di domande che caratterizzano queste interviste iniziali che sarà capitato anche a voi di sentire almeno una volta nella vostra carriera: parlami di te, come mai hai deciso di applicare per “Posizione di lavoro” a “Azienda”, qual è la tua situazione di impiego attuale e così via verso la conclusione delle prime due sessioni da 30 minuti nelle quali mi sono sentito fin da subito a mio agio.
A tal proposito, vi lascio qui di seguito il link ad un video che ho trovato davvero interessante realizzato da Jeff Su, Product Marketing @Google che sul suo canale YT condivide tips and tricks su produttività e carriera che possono esservi d’aiuto per rispondere a domande che a primo impatto possono sembrarci banali ma che richiedono invece una struttura mentale specifica per non risultare prolissi o troppo concisi nella risposta.
Altro consiglio rapido che potete prendere in considerazione è quello di utilizzare il vostro smartphone durante i colloqui da remoto per registrarvi e ascoltarvi una volta conclusa l’intervista per capire su quali punti siete stati più precisi e su quali bisogna migliorare nell’esposizione.
Vi assicuro, potrebbe fare la differenza negli step successivi.
Verso il colloquio finale
Procedendo step dopo step alla conversazione finale in cui si decide del nostro futuro nell’azienda che abbiamo scelto, l’intensità e la concentrazione aumentano in virtù degli interlocutori con cui si dialoga.
Si entra infatti nelle conversazioni con i manager che vivono l’azienda da anni e ricoprono ruoli specifici in quella che sarà la business unit di riferimento e che nella loro carriera magari hanno ricoperto il ruolo per cui stiamo applicando e adesso si ritrovano a gestire un team di risorse dedicato ad un’area in particolare (EMEA, APAC, MENA, US&Canada).
Ecco allora che sono arrivato dopo quasi due settimane nel mio caso, al terzo step in cui mi sono ritrovato a dialogare con un uomo ed una donna dalla seniority analoga ma che ricoprivano due ruoli diversi in azienda.
Dai meeting di mezz’ora che caratterizzavano i primi incontri online, siamo passati a sessioni da un’ora in cui si parla di argomenti legati al business. Nello specifico questi sono stati i punti al centro della nostra conversazione:
- Evidence of Success – Ability to persevere when faced with challenges and unwilling to accept less than the highest levels of achievement, examples of top 20% performance – academically or professionally;
- People Acumen – Ability to engage other people and develop value-added relationships while going above and beyond for the client and the team; trait encompasses communication, collaboration and service excellence;
- Roadmap to Success – Ability to adopt best practices, follow established processes and embrace feedback with a mind-set of continuous improvement;
- Clock Speed/Intellect – Ability to process and understand information quickly in order to make actionable, intelligent decisions and tie previously unrelated concepts together;
Seconda domanda che sorge a questo punto: quale criterio bisogna seguire nel rispondere a domande che abbracciano le tematiche riportate in precedenza?
Bisogna seguire lo STAR METHOD che è l’acronimo di Situation, Task, Action, Result.

Anche in questo step, nulla è stato lasciato al caso.
Le mie risposte sono state attentamente ascoltate, annotate, ripetute nel corso della conversazione e riepilogate alla fine dell’intervista prima di salutarci.
Superato con successo anche il terzo step, sono entrato ufficialmente nel periodo di preparazione del quarto ed ultimo colloquio che sarebbe avvenuto a distanza di quasi due settimane dalla terza intervista.
Parliamo di un tempo complessivo dedicato a questo processo che ha ormai superato il mese abbondante e il livello di impegno è aumentato di pari passo. Fra i compiti per questo passaggio finale avrei dovuto preparare fra l’altro una breve presentazione multimediale che in breve riassumesse i miei principali interessi, percorsi di studi e hobbies nelle prime due slides per poi passare alla definizione del “PERCHÈ AZIENDA?” riportando esempi concreti in cui i miei futuri interlocutori potessero ritrovare le connessioni utili alla posizione per cui stavo concorrendo.
Conclusioni e pensieri finali
Per coloro che sono arrivati fino alla fine, è giunto il momento di scoprire il parere che è stato ahimè negativo in quanto: pur avendo dimostrato un’ottima capacità di sintesi dopo i primi step, un comprovato background di esperienze lavorative che mi hanno visto spesso utilizzare le mie soft skills per la risoluzione di problemi complessi, aver dimostrato con esempi del passato la mia propensione ad essere un team player secondo il giudizio di chi mi ha ascoltato per un’ora e mezza durante l’intervista finale, ci sono stati diversi momenti in cui non ho raggiunto le loro aspettative.
Parliamo di dettagli che riguardano: le pause che ho utilizzato in alcuni momenti per rispondere ad una delle tante domande che in serie mi sono state presentate prima di arrivare al Role Play una vera e propria simulazione in questo caso di una telefonata con un cliente già acquisito.
Tempo di preparazione: 5 minuti.
In questo caso, le mie lacune nella comprensione dell’inglese americano del manager in questione mi ha penalizzato nella valutazione finale portando anche gli altri interlocutori a propendere per un giudizio finale negativo.
Alla fin dei conti, quando ci ritroviamo ad affrontare percorsi di selezione così complessi, qualsiasi sia l’esito, ci stiamo evolvendo. Si tratta di una vera e propria palestra che ci tiene allenati ad affrontare i futuri incontri, conversazione dopo conversazione fino a giungere alla famosa “Green light” tanto cara all’attore Matthew McConaughey che la cita in maniera ricorrente nella sua Biografia (da leggere).
Spero davvero che questa lettura possa aiutare qualcuno di voi alle prese con un processo di selezione simile e da questo articolo estrapolare il meglio per avere successo.
Come dicono gli inglesi in questi casi: “Break a leg!”