Sommario:

  • Partenza e arrivo in Portogallo 🇵🇹
  • Il primo giorno di lavoro a Lisbona 💼
  • 10 Maggio 2019: UBER IPO 🔔
  • Il contratto a tempo indeterminato 📝
  • Il bivio finale: restare in Portogallo oppure tornare in Italia

Atto primo

Lo scorso Marzo del 2019 in Portogallo, iniziava la mia prima vera esperienza lavorativa in un’azienda presente in oltre 80 Paesi nel Mondo.

Ricordo ancora il momento in cui al check-in dell’Aeroporto di Fiumicino a Roma, dopo aver poggiato la valigia da imbarcare sul nastro scorrevole, la bilancia mostrava il primo segnale di allarme: il peso complessivo superava il limite consentito dalla tariffa pagata di ben 10kg.

​Ciò significava che avrei dovuto pagare 40€ extra.

Dopo 3 ore di volo che inizialmente mi sembravano poche ma con l’esperienza ho capito essere tante, il panorama che vedevo al di fuori del finestrino dell’aereo in fase di discesa verso l’Aeroporto di Lisbona era questo qui. 👇

Chi di voi è stato a Lisbona, si ricorderà sicuramente l’atterraggio che avviene praticamente sopra i tetti delle case che si trovano nei pressi della pista d’atterragggio.

​Dopo aver studiato attentamente la mappa della metropolitana ed aver allenato la mia memoria fotografica, indispensabile in queste circostanze, è iniziata per me davvero l’avventura in Portogallo e mi sono diretto verso il centro della città (o almeno quello che per me, ad occhio, era la fermata più centrale della “Linha Vermelha”, la linea rossa che partendo dall’Aeroporto arriva fino al capolinea di S.Sebastião).

​Ecco, questa è l’immagine che mi sono ritrovato ad osservare appena salita la rampa di scale che porta dalla stazione metro di Saldanha, direttamente su Avenida da Republica.  

Avete presente quella sensazione di totale incertezza in cui ci si guarda a destra e sinistra e ci si chiede, ma dove mi trovo? 

In quel momento, ero proprio in quella circostanza.

Un caso che la prima cosa che decisi di immortalare fosse una bicicletta JUMP by UBER? 😉

​Non avendo mai visitato Lisbona e non essendo mai stato in Portogallo, decisi che era giusto partire con qualche giorno di anticipo prima di iniziare la nuova esperienza lavorativa internazionale.

Altro aspetto cruciale era quello dell’abitazione: non avevo ancora trovato una stanza in cui avrei potuto trascorrere i prossimi mesi e al contempo volevo ambientarmi nel nuovo contesto.

Atto secondo

​Tralasciando le difficoltà e le varie peripezie che ci sono volute per trovare una sistemazione in un quartiere non troppo lontano dall’ufficio, il primo aprile 2019 è ufficialmente iniziato il training di tutti i nuovi Inside Sales Representative dei diversi mercati. 

L’outfit del primo giorno di lavoro non è mai lasciato al caso.

Da sempre considero la fase della presentazione estremamente importante, soprattutto nel mio mestiere in cui è fondamentale creare una relazione con il prospect/cliente a cui poi successivamente bisogna saper proporre un prodotto o un servizio.

Solo arrivato in ufficio, ho scoperto che non c’era alcun dress code imposto dall’azienda ed era consentito a tutti di venire in ufficio in casual style.

Fin dal primo giorno di training, ​mi sono sentito parte di un contesto lavorativo internazionale che da tempo speravo di vivere: intorno al tavolo di una sala riunioni erano seduti insieme a me ragazzi e ragazze provenienti da tutto il Mondo.

Belgio, Spagna, Polonia, Messico, Francia e ovviamente Italia

​I momenti di svago non sono mancati dall’inizio alla fine di questa esperienza e questo è il vero valore aggiunto che mi ha offerto il Portogallo, Paese dove i ritmi sono diversi da quelli italiani (aggiungerei milanesi) e dove si apprezza diversamente la bellezza che è nascosta nella semplicità

​In tutto ciò, a metà Aprile, il clima più che mite permetteva di fare i primi passi in riva all’Oceano Atlantico, mentre i più temerari avevano il coraggio di tuffarsi nonostante l’acqua gelida. 

Atto terzo

Parentesi balneare a parte, dalla metà di Aprile a metà Maggio, sono successe una serie di avvenimenti importanti:

  • Ho iniziato a chiudere i primi accordi commerciali, inizialmente lavorando sulla città di Milano, poi su Roma ed infine Napoli;
  • UBER si è quotata in borsa, a Wall Street per l’esattezza il 10 Maggio, rientrando fra le 15 più grandi quotazioni della storia;

Non so quale fra le due notizie abbia più importanza, sta di fatto che gli americani, quando c’è da festeggiare, si danno da fare e subito dopo aver suonato la campanella, in ogni ufficio sparso in giro per il Mondo è partito un grande applauso seguito da urla di gioia e poi il via alla festa con gelati e dolci di ogni genere.

Finito l’entusiasmo e rientrati a pieno regime, i mesi successivi sono trascorsi velocemente e di conseguenza le aspettative su tutti i team erano davvero alte.

Nonostante il nostro team non fosse all’altezza del mercato francese oppure di quello spagnolo, abbiamo affrontato come una squadra unita tutte le difficoltà e i cambiamenti che ci venivano comunicati dall’Italia.

Eccoci arrivati al punto più importante di tutto l’articolo, in cui affronto il tema del cambiamento all’interno di questa realtà.

La velocità e il dinamismo con cui avvengono i cambiamenti in queste aziende così grandi e in rapida espansione è davvero impressionante. I processi, le tattiche, gli obiettivi e le risorse messe in campo hanno una sola certezza per tutti noi: mutare continuamente in base alle esigenze del mercato.

Che si trattasse dunque di un processo in particolare oppure di una risorsa all’interno del team, sopravvivere all’interno di questi meccanismi non è semplice se non ci si adatta strada facendo e non si ha la flessibilità necessaria per affrontarli (i cambiamenti di cui sopra).

Atto quarto

L’estate è arrivata nella soleggiata Lisbona ed io decisi di viverla al 100% sfruttando i weekend per andare alla scoperta dei luoghi e delle spiagge più belle sulla costa a sud della capitale.

Questa è Praia de Galapinhos nel distretto di Setubal.

Inutile dire che in questo momento vorrei essere proprio lì sdraiato al sole a godermi la bellezza della natura incontaminata.

Tra una scoperta e l’altra è arrivato anche il momento di andare in “ferie” e considerato il fatto che in Portogallo avevo già vissuto l’estate anticipata, decisi di tornare in Italia e sfruttare i miei giorni liberi per rilassarmi far parte del Dream Team 2019 come Tutor del gruppo Toyota.

Rientrato dall’Italia e trascorso il mese di Agosto, Settembre è arrivato con tutto il suo carico di aspettative per il classico rientro dalle ferie tanto caro a noi italiani.

Settembre ha segnato il primo, vero, sperato e significativo traguardo per la mia carriera lavorativa all’interno di questa società.

I due mesi successivi sono stati una serie di alti e bassi in cui sono cambiate tante cose: trasloco nell’ufficio di Avenida da Liberdade, il team che inizia a perdere i primi componenti, team leader che ritornano ed altri che vanno, la struttura gerarchica che si trasforma e con essa cambiano gli interlocutori.

Atto ultimo

Mi trovavo per l’ennesima volta a vivere una situazione di incertezza, nella quale però il mio margine decisionale era estremamente ridotto e in tali circostanze, spinto anche dalla curiosità di conoscere l’altra faccia delle medaglia, mi sono candidato per entrare a far parte del team field in Italia.

La sede della posizione lavorativa era Milano, città che avevo già vissuto per motivi di studio e allo stesso tempo lavorativi e che avevo anche deciso di abbandonare temporaneamente.

Arrivato quasi alla fine del 2019, era arrivato il momento di decidere se proseguire l’avventura in Portogallo oppure ritornare in Italia per iniziare un nuovo capitolo.

Questa è stata la decisione finale: rientrare in Italia, a Milano, per lavorare fianco a fianco con il team di Uber Eats Italy.

Ora che mi ritrovo chiuso in casa, come tutti d’altronde qui a Milano, in questa lunga quarantena, mi sono soffermato un attimo per guardarmi indietro e dare il giusto peso e valore a questo traguardo che non ho mai dato per scontato giorno dopo giorno.

Il futuro non è mai stato così incerto come in questo periodo e per il momento non ho intenzione di fare alcuna promessa a me stesso se non quella di mantenere viva la speranza che torneremo tutti quanti alla normalità, a vivere il Mondo per come stavo imparando a conoscerlo.

#andràtuttobene