Spesso e volentieri mi trovo in disappunto nei confronti delle analisi dei dati e dei grandi numeri in generale.

Credo piuttosto alla realtà dei fatti che mi ritrovo a vivere ogni giorno e che spesso va in contrapposizione con le statistiche pubblicate dai giornali piene di indicatori e parametri di ogni tipo.

Ci sono alcuni report però che non passano inosservati e che mi spingono a riflettere, ad interrogarmi seriamente sulla dimensione che stiamo vivendo e sullo stato delle persone che ci circondano.

In questo caso, faccio riferimento all’ultima indagine Eurispes (dal 1982 l’istituto di ricerca degli Italiani), ovvero la 32esima edizione del Rapporto Italia dal titolo alquanto indicativo: uno Stato da “Ri-costituire”.

Invito chi è davvero interessato, ad approfondirlo personalmente perché è molto interessante, agli altri invece faccio notare direttamente ciò che ha scioccato non solo me ma l’opinione pubblica in generale.

Per darvi un’idea di ciò che significa questo dato, prendo in prestito le parole di Matteo Flora che lo scorso 2 Febbraio 2020 sul suo canale Youtube ha pubblicato un video estremamente interessante, in cui ci ricorda che quel 15,6% è paragonabile al numero delle donne che fumano in Italia (fonte: Istituto Superiore della Sanità).

Prendetevi il tempo necessario per ascoltare le parole di Matteo perché meritano di essere ascoltate.

Arrivato a questo punto mi sono domandato: esiste una soluzione, un rimedio a questa ondata di ignoranza spaventosa che ha colpito un numero così alto di persone?

Qualche giorno fa ho lasciato che fosse il linguaggio cinematografico ad offrirmi la risposta che cercavo e mi sono emozionato nel momento in cui ho visto questo film: Jojo Rabbit.

Per coloro che ricercano una critica al film più dettagliata e profonda rispetto a quella che posso offrire io, vi rimando all’articolo di Fabiano Massimi, bibliotecario di Modena che ha saputo ritrovare in ogni scena i riferimenti che il regista e sceneggiatore del film, Taika Waititi ha saputo integrare, prendendo libero spunto dal romanzo di Christine Leunens, “Il cielo in gabbia” (pubblicato in Italia da SEM).

Vi stupirà il contrasto fra irriverenza e drammaticità con cui viene dipinta la parte finale della Seconda Guerra Mondiale, il Nazismo e la propaganda anti-nazista che la madre del piccolo protagonista, interpretata da una stupenda Scarlett Johansson (candidata all’Oscar come migliore attrice non protagonista), conduce implacabilmente nonostante il prezzo che sarà costretta a pagare.

Nello stesso modo in cui conclude il suo articolo Fabiano Massimi, ribadisco che dopo aver visto questo film ti assale la voglia di suggerire a tutti (amici e parenti in primis) che questo film va visto e io aggiungo soprattutto qui in Italia, dove ahimè c’è ancora chi ripudia gli insegnamenti che la Storia ci ha lasciato.

Cosa c’è da aspettarsi dunque dalla notte degli Oscar?

Queste sono le candidature agli Oscar per cui Jojo Rabbit concorre e spero davvero possa vincerne il maggior numero possibile.

Ho speso qualche giorno prima di confezionare questo articolo perché volevo fosse maggiormente completo rispetto a come lo avevo immaginato inizialmente.

Penso che le fonti citate siano interessanti e allo stesso tempo autorevoli quanto basta per rendere queste parole maggiormente interessanti per chi non si vuole limitare ad una lettura passiva e disinteressata.

Concludo, proprio come nel film, con le parole finali che precedono i titoli di coda, mentre in sottofondo David Bowie con Helden, versione berlinese di Heroes emoziona come solo lui sa fare.

Let everything happen to you,

Beauty and terror,

Just keep going,

No feeling is final.

Autore: Rainer Maria Rilke